Algodistrofia
Sinonimo di molti termini che indica un dolore ingiustificato della mano e
del polso che si può manifestare senza cause specifiche o dopo traumi
minori o quale conseguenza ad interventi non traumatizzanti ed abituali ma
frequenti come la sindrome del tunnel carpale, le dita a scatto le forme
iniziali di malattia di Dupuytren, tutte le fratture-lussazioni delle dita
e la frattura del
polso nei soggetti anziani.
Il
termine più corretto è Sindrome del dolore regionale complesso, nelle
quali sono comprese i primi due tipi di algodistrofia. Si osserva più
comunemente in soggetti stressati o neurolabili. E’ indispensabile
riconoscere le forme cliniche della sindrome precocemente(esami
complementari sono la scintigrafia dinamica trifasica, la R.M.N., la
P.E.T., la E.M.G.) per poter iniziare subito la riabilitazione e la
terapia farmacologia più appropriata (paracetamolo e derivati,
indometacina, difosfonati, bifosfonati, benzodiazepine…).
In alcuni casi, quando il fenomeno è collegato a disfunzioni del
microcircolo per alterazione del sistema nervoso simpatico è possibile
avere un rapido riscontro sui sintomi mediante una simpaticoplegia
permanente-temporanea attuata con blocchi periferici, eseguita sterilmente
con cateterismo ascellare a permanenza, rifornito mediante pompa
elastomerica a diverse diluizioni di anestetico locale o di altri farmaci
con durata variabile e controllata mediante scintigrafia dinamica.
La riabilitazione con osservazione e monitoraggio costante sono
fondamentali anche per le facilitazioni psicologiche di sedute collettive
che allontanano il senso di colpa e stimolano l’emulazione alla
guarigione.
Quando è possibile è necessario utilizzare 2 sedute giornaliere;la
mobilizzazione è facilitata dall’assenza di dolore e lo splinting
posturale insieme agli esercizi ergonomici facilita il reinserimento al
lavoro. Schematicamente si descrivono tre stadi di evoluzione clinica:
1)prima fase infiammatoria (dolore-edema-turbe
vasomotorie-ipersudorazione-causalgia)
2)seconda fase atrofica con progressione lancinante del dolore e
successiva regressione dell’edema, accompagnato da evidente
decalcificazione radiografica dello scheletro.
3)terza fase con rigidità con diminuzione progressiva del dolore,
incremento dell’impotenza funzionale fino all’anchilosi.
Esempi di pazienti che hanno sviluppato una sindrome algodistrofica.

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notare
lo sguardo ansioso dei pazienti |

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Applicazione di catetere per analgesia come supporto alle procedure di riabilitazione.
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